Per anni il fascino del deserto mi aveva colpito durante i documentari in tv, un sogno che prima o poi avrei realizzato: un’intera giornata nel deserto del Sinai. Un’escursione che è possibile fare con i fuoristrada, con i cammelli o con i quad. Scegliamo quest’ultimo mezzo che ci permette di vivere gli scenari da vicino e nel contempo fare molta strada, oltre ad essere un’alternativa al dorso del cammello già provato più volte. Armati di kefia ed occhiali da sole, per non impolverarci, partiamo nel primo pomeriggio da un piccolo villaggio a circa 30 Km da Marsa Alam in Egitto e cominciamo ad addentrarci nel deserto.
La terra diventa sempre più rossa e con nostro stupore, scopriamo che la sabbia non è così sottile come si potrebbe dedurre dai film e documentari. Le guide ci lasciano divertire con i quad, portandoci nei canyon e in zone ricche di dune, alcune delle quali costituite da fossili di conchiglie accatastati a tal punto da formare dei piccoli rilievi. Ebbene si, anche nel deserto indubbiamente un tempo c’era acqua. Ci fermiamo ad osservare degli strani buchi nelle dune e chiediamo informazioni, sono tane di volpi, osservando bene infatti ne troviamo le tracce, sia gli escrementi che le loro impronte. Facciamo una prima pausa ristoro in una tenda in pieno deserto, qui vive una famiglia composta da madre e 5 figli di diverse età.
I nomadi del deserto vivono così e si sposano solo fra famiglie nomadi, vanno fino al primo pozzo disponibile, in groppa ad un cammello, per prelevare l’acqua e per barattare alcuni oggetti con del cibo. Le donne infatti costruiscono monili artigianali che vendono ai turisti di passaggio o nei villaggi, in questo modo possono acquistare le materie prime per i loro pasti che principalmente sono a base di farina. La donna è seduta a terra e sta facendo il pane azzimo per noi: una sorta di piadina cotta su una pietra bollente, ci viene servito assieme a del te alla menta e nonostante il caldo, la bevanda ci disseta. I nostri gatti, mangiano le scatolette, quelli di questa famiglia che vivono con loro per tenere lontani i topi, mangiano il pane azzimo! Il bambino che ci serve il te nel suo tipico abito locale, non ha più di 8 anni e il suo sguardo è sempre basso, come quello della mamma. Prima di andare via, facciamo una colletta e lasciamo del denaro alla famiglia nomade.
Continuiamo il nostro percorso e giungiamo finalmente ai piedi di una classica duna di sabbia finissima ed ecco il divertimento: salire faticosamente in cima, per lasciarsi scivolare di nuovo giù rotolando nella sabbia. Ripartiamo alla volta di un campo nomadi dove ci aspettano per la cena nel deserto, è buio, uno spettacolo incantevole: un cielo tempestato da una miriade di stelle. Qui veniamo accolti in maniera festosa e fatti accomodare sulle stuoie per terra, dove ci viene offerto l’aperitivo: te alla menta! Dopo, tutti a cena, in piedi e in delle ciotole di legno, ci viene offerto il loro piatto caratteristico: pane azzimo con carne tagliata a tocchetti e verdure piccanti accompagnate da riso, in quel momento, nonostante fossimo, sporchi e stanchi, era il pasto migliore del mondo. Dopo cena spettacolo nel deserto, danzatrici del ventre e darvisci rotanti, questi ultimi sono dei ballerini maschi con i capelli lunghissimi, che ruotano senza fermarsi per circa mezz’ora e cambiando costumi di continuo, una danza molto sensuale.
E’ quasi mezzanotte e la carovana di quad si rimette in cammino in un deserto illuminato dalle fioche luci dei mezzi e dalle risplendenti stelle che brillano in cielo, torniamo soddisfatti al nostro hotel.
Foto: Flickr
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