Santorini, tra mare e archeologia

Santorini, tra mare e archeologia

La Grecia ha da sempre il fascino della costellazione delle sue isole, dal mare limpido e offerta archeologica e culturale assicurata. L’isola di Santorini è la più grande e la più meridionale dell’arcipelago delle Cicladi, particolarmente suggestiva e inquietante: l’arrivo dal mare è un’esperienza insolita ed emozionante, poiché ci si ritrova di fronte a questa lingua di terra a forma di mezzaluna, parte orientale del cratere vulcanico da cui ha origine, i fianchi scuri dal quale scendono a precipizio nelle profondità e al tramonto si tingono di un rosso intenso, demoniaco.

Il capoluogo dell’isola, Fira, è un pittoresco agglomerato di casette bianche che si stagliano luminose sulla terra scura, e si raggiunge anche con seicento gradini a spirale che si inerpicano lungo il crinale. A nordest si apre una fertile pianura, mentre a sudest rispuntano brulle colline su una delle quali è possibile visitare, arroccata a 396 metri sul livello del mare, i resti dell’Antica Thira, città fondata dai Dori nel IX sec. a.C., abitata poi dai romani e poi abbandonata in seguito a una delle tante eruzioni che devastarono l’isola. La città sorgeva sulla sommità del Mésa Vounò, promontorio roccioso tra le due famose spiagge di Kamàri e Perìssa, che nel terzo secolo rappresentavano gli ancoraggi dell’antica capitale dell’isola. La salità, più che per le rovina, merita la meravigliosa vista delle Cicladi orientali.

Più a sud troviamo Akrotiri, a nove chilometri dal capoluogo, una zona archeologica di grande suggestione. Ci si trova di fronte a una intera città di 3500 anni fa, sepolta dalla coltre di pomice e cenere prodotta dal vulcano verificatasi attorno al 1500 a.C. a cui seguì il maremoto che portò all’estinzione della civiltà minoica anche a Creta. La prospera Akrotiri rimase sepolta fino al 1967 quando l’archeologo greco Spyrìdon Marinatos diede avvio agli scavi che ancora oggi, davanti aglu occhi dei turisti, riportano alla luce pitture murali, strade, case, gioielli, vasi, ammirabili nei due musei archeologici della capitale. Lo studioso morì nel 1974 cadendo mentre lavorava agli scavi ed è sepolto accanto al sito archeologico.

Sull’estrema punta settentrionale dell’isola sorge Oia (Ìa), il villaggio più pittoresco dell’isola, raggiungibile in autobus. Il suo aspetto è reso inquietante dall’aspetto squadrato delle sue abitazioni e da qui si godono i tramonti più belli sulla caldera del vulcano (considerato inattivo, ma non estinto).Per i più avventurosi e con poco bagaglio il percorso lungo il bordo della caldera da Imerovigli offre una vista suggestiva sull’aspra geografia di lava color porpora.

Santorini, al pari di ogni altra isola vulcanica, non è agevolissima in fatto di comode spiagge attrezzate; gli arenili sono di sabbia nera, ghiaia e ciottoli. Le uniche spiagge degne di nota sono appunto Kamàri e Perissa, circondate da ristoranti, alberghi e discoteche. Più tranquille sono le calette della costa orientale Pradise e Kolumbo; quelle di Monolithos – centro più vicino all’areoporto – hanno il vantaggio di avere nei pressi taverne ancora autentiche. Decisamente frequentate le due spiagge ai piedi di Oia, Ammoùdi e Armèni: il loro pregio è l’acqua limpida ma che diventa subito profondissima! Suggestive ma di difficilmente accessibili le baie di Akrotiri, racchiuse da rocce rosse vulcaniche, fra le quali spicca Kòkkini Àmmos, connosciuta nel mondo come Red Beach.

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